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a|podcast. Startup: fascino e complessità della valutazione d’impatto

a|podcast incontra a|cube, in un episodio dedicato alla complessità della valutazione rispetto alle startup e il loro impatto.

Quello di “impatto” è un concetto ampio e sfuggente. Per questo, quando si parla di valutazione d’impatto bisogna tenere in considerazione il ruolo cruciale del fattore umano coinvolto nel processo. Per a|cube, da un lato è essenziale raccogliere informazioni e dati quantitativi sulla startup per valutarla al meglio, ma, dall’altro, non è corretto affermare che solo se è quantificabile, l’impatto è attendibile.

Come sottolinea Lavinia Carrese, consulente a|cube, soprattutto quando non si dispone di elementi quantitativi perché la startup è in uno stadio di sviluppo iniziale o non sta ancora misurando e raccogliendo dati, il percorso di valutazione diventa centrale per innescare un processo di miglioramento e apprendimento attraverso un approccio agile e orientato al “learn, trial & error” ovvero di mettersi al lavoro per poi «aggiustare il tiro» raccogliendo feedback.

Tra le barriere che rallentano l’adozione di questo metodo c’è a mancanza di priorità data all’attività di valutazione da parte delle startup stesse e l’assenza di un contesto normativo condiviso. Nonostante per alcune startup sembri non avere un carattere di urgenza, oggi la valutazione di impatto non è più “nice to have” ma un “need to have”, soprattutto nelle fasi iniziali di sviluppo, dove l’analisi dell’impatto generato su ambiente e comunità deve necessariamente essere tenuta in considerazione durante la messa a punto del proprio modello di business.

Attraverso la ricerca di cambiamenti intenzionali, misurabili e addizionali, la valutazione di impatto diventa infatti un percorso di apprendimento continuo e un investimento necessario, come sottolinea Davide Zanoni, responsabile investimenti di a|impact, il fondo di investimento ad impatto di cui a|cube è advisor.


L’opportunità di sviluppare una metodologia di valutazione d’impatto si è resa necessaria anche per il fondo stesso, proprio per soddisfare il bisogno di selezionare e investire in startup in grado di generare un cambiamento positivo.

L’entrata in vigore del SFDR (Sustainable Finance Disclosure Regulation) ha segnato poi un cambio di prospettiva, spingendo a|impact a lavorare su un concetto di impatto integrato. Questa metodologia, inizialmente implementata nel fondo, è stata successivamente sperimentata e perfezionata negli acceleratori che gestiamo, specialmente in quelli sviluppati in collaborazione con CDP (Faros e Personae).

La valutazione d’impatto si configura, quindi, non solo come una prospettiva analitica, ma come un fondamentale strumento di guida, orientato a favorire il progresso e la sostenibilità all’interno dell’ecosistema imprenditoriale.

🎧 Ascolta l’intervista integrale su Spotify.

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