di Claudio Calvaresi, principal a|place
Il Nuovo Bauhaus Europeo è l’Iniziativa della Commissione che intende sostenere una nuova idea di abitabilità della città. Invita a dare spazio all’immaginazione sociale per costruire un futuro sostenibile e inclusivo. Ha lo scopo di rendere il Green Deal una sfida tangibile e positiva sotto il profilo culturale e umano.
Per questo, lancia un movimento che favorisce lo scambio di conoscenze tra discipline e campi di azione diversi, tra arte e welfare, tra scienza e educazione, tra cultura e tecnologia.
Avanzi, insieme a Comune di Milano ed Eurocities, mette a tema il nesso – a nostro avviso cruciale per il Nuovo Bauhaus – tra educazione e città, sulla città come comunità di apprendimento, che coltiva le capacità delle persone e allestisce spazi per sostenerle.
Abitare, produrre, scambiare, muoversi sono pratiche pertinenti, generative e possono essere veicolo di apprendimento. La città, ancor di più nel nuovo regime climatico e in condizioni di Covid-19, non è solo il posto dove allestiamo i nostri piani di vita, che abitiamo (più o meno facilmente), ma ha una sua agency, “ci abita”.
La messa a tema della città come continuum naturale-artificiale con una sua propria potenza di agire ci aiuta a costruire una agenda urbana pertinente. Il nuovo Bauhaus dovrà invitare a guardare la città (e a costruire politiche per la città), con gli occhi della città.
D’altro canto, avere la città negli occhi è la condizione per elaborare pratiche di educazione rilevanti rispetto alla condizione in cui ci troviamo a vivere. Queste, se formate al di fuori o in assenza dell’esperienza, sono sterili.
In una prospettiva coerente con il nuovo Bauhaus, bisognerà coltivare comunità di apprendimento, favorire lo scambio di conoscenze e il mutuo apprendimento, il rendersi capaci a vicenda, sostenere le persone nel formare e mettere alla prova le proprie capacità, nella consapevolezza che queste prendono corpo solo se guidate dall’osservazione e dal giudizio.
Il riferimento al Bauhaus indica che non basta “fare la scuola fuori dalla scuola”, ma occorre, molto più radicalmente, “far fuori” i modelli didattici che non prevedono apprendimento nel corso dell’esperienza.
Organizziamo perciò tre conversazioni on line:
- Sostenere la capacità di aspirare, giovedì 29 aprile, h. 18.00-19.30. Metteremo al lavoro la prospettiva che guarda alle persone. Presenteremo iniziative orientate a sostenerne la “capacità di aspirare”, utilizzando il corpo della città come “corpo docente”.
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» Guarda qui la registrazione dell’evento. - Educare nella e con la città: scuole e community hub, giovedì 6 maggio, h. 18.00-19.30. Solleciteremo la prospettiva che parte dagli spazi urbani. Discuteremo progetti dove immobili riattivati a fini sociali e culturali producono conoscenza, community hub che fanno scuola e scuole che aspirano a diventare centri di comunità.
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» Guarda qui la registrazione dell’evento. - Learning Communities: Education and Advocacy, giovedì 20 maggio, h. 18.00-19.30, in inglese. Cercheremo di far convergere queste due prospettive. Ci confronteremo su esperienze che provano a sostenere la presa di parola pubblica all’interno di processi di rigenerazione urbana e inclusione sociale, coniugando education e advocacy.
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» Guarda qui la registrazione dell’evento.