di Giovanni Pizzochero, a|discover
Il 2024 per Discover sarà un anno di consolidamento; prosegue il percorso di avviamento e crescita, sperimentando una nuova “capacità di aspirare” per i territori di media montagna che intende abitare.
Pochi giorni fa si è conclusa la seconda stagione della Casa del Parco Adamello, con due settimane natalizie molto intense ma molto positive.
Nei 160 giorni di apertura:
- abbiamo ospitato oltre 80 eventi nel nostro palinsesto “Erbacce. Nutrire trame resistenti”, tra presentazioni di libri, laboratori, workshop, performance artistiche e musicali, residenze, dibattiti
- abbiamo accolto oltre 3000 ospiti che hanno pernottato nel nostro ostello e che abbiamo “accompagnato” alla scoperta della Valsaviore
- quasi 4.000 persone hanno assaggiato la nostra cucina, che proviamo a rendere sempre più a km “umano”, con un lavoro di conoscenza e relazione con i produttori agroalimentari del territorio
Abbiamo capito cosa fare, ma soprattutto cosa non fare e abbiamo cominciato il percorso di apertura della governance alla comunità (il modello di gestione dei tiers-lieux francesi resta un punto di riferimento e di ispirazione importante).
Abbiamo finalmente focalizzato l’obiettivo di impatto, e dopo due anni ci sentiamo anche noi abitanti, nonostante siamo arrivati proprio come un’astronave che atterra inaspettata.
Qualche “compaesano” ancora ci vede come alieni ad un certo tipo di cultura che permea quella valle, per altri siamo invece un seme, per tutti quelli che ci percepiscono come un innesco di piccoli processi di cambiamento culturale, utili per liberare energie e permettere alle persone di mettersi alla prova.
ATTERRATI: TRACCIARE LA ROTTA
Diciamo e scriviamo atterrati come il titolo originale di “Tracciare la rotta” (Où atterrir), il libro di Serge Latour, perché ci ha ispirato in questa avventura e che ci ricorda di tenere i piedi (le mani, la testa) dentro la terra, dentro la montagna, dentro il territorio.
Era proprio vero; per abilitare (brutta parola) bisogna come minimo abitare.
E abilitare ora per noi significa riportare il desiderio – su cui si è fondato Generatori di Cambiamento, il nostro campus residenziale – a una dignità comunitaria, per aggregare visioni comuni e liberare le energie per costruire percorsi di sviluppo della media montagna.
UNA NUOVA SFIDA: ESPLORARE IL RAPPORTO TRA NATURA E CULTURA
Abbiamo avviato la pianificazione del secondo investimento.
Vorremmo che la nostra prossima sfida di gestione, che affiancherà l’esperienza in corso e che speriamo vedrà la luce nel 2024, partisse da un progetto prima ancora che da un immobile.
Stavolta l’ispiratore è Tim Ingold e il lavoro sarà quello di esplorazione e risignificazione del rapporto tra natura e cultura, tra umano e non umano, e tra le persone e i boschi, gli elementi, la media montagna luogo di esplorazione e di fruizione generativa.
Ci piacerebbe animare uno spazio ibrido di sviluppo territoriale attraverso la pratica outdoor in montagna come strumento di immersione trasformativa delle persone e di sviluppo generativo dei territori, mediante il corpo come strumento di conoscenza.
Per approfondire:
> Generatori di Cambiamento: partire dal desiderio per ripensare le comunità
> a|discover: la nostra prima relazione di impatto
> Prospettive radicali e traiettorie collettive – L’esperienza della Casa del Parco Adamello