
di Alessandro Messina e Luigi Gioja, a|finance
Il Mediterraneo è da sempre crocevia di popoli, economie e culture. Oggi, però, è anche un territorio segnato da forti contraddizioni: conflitti armati, crisi umanitarie, violazioni dei diritti fondamentali, instabilità democratica. A questa complessità si sommano disoccupazione giovanile, marginalità economica, fragilità dei sistemi di welfare.
In questo scenario, l’impact finance è stata a lungo raccontata come una promessa: convogliare capitali verso progetti capaci di generare impatto sociale e ambientale, oltre al rendimento finanziario. Ma nel Mediterraneo quella promessa è rimasta in buona parte disattesa. I volumi restano limitati, la capacità di raggiungere i territori più fragili è ancora debole, e la logica dell’efficienza tende spesso a prevalere su quella della giustizia sociale.
Il paper “Impact Finance in the Mediterranean: Potential, Gaps, and Policy Failures”, di Luigi Gioja e Alessandro Messina, analizza con approccio critico il sistema attuale, i fallimenti di policy, i ritardi strutturali e le opportunità emergenti in dieci Paesi del bacino mediterraneo (MED-10).
Uno degli aspetti centrali che il paper evidenzia è il ruolo insostituibile delle risorse pubbliche. In settori cruciali come sanità e istruzione, nessuna finanza – per quanto “impact-oriented” – può sostituire la responsabilità pubblica e la garanzia universale dei diritti. L’impact finance può semmai rafforzare e affiancare lo sforzo pubblico, non rimpiazzarlo.
Tra gli spunti positivi: fondi pubblici-privati, crowdfunding civico, strumenti ibridi, riforme normative e nuove reti nazionali per l’investimento a impatto.
Serve oggi una riflessione lucida: non per abbandonare l’impact finance, ma per rimetterla al servizio reale delle comunità, dei diritti e dello sviluppo equo.
Il paper è parte del volume in uscita “Impact Innovation in The Wider Mediterranean”, a cura di Dario Carrera.
Per approfondire:
> Impatto, finanza e un alfabeto comune
> Finanza di impatto: nasce una nuova area di attività in Avanzi
> Materialità territoriale: trasformare il tempo sospeso in valore condiviso
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