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Rimettere in connessione le politiche con processi e attori ai margini dell’azione pubblica

di Claudio Calvaresi, Principal di a|place

Mercoledì 5 Giugno, h. 17.30-19.30, presso Avanzi coworking, via Ampere 61/A

LAnnale 2023 della Fondazione Feltrinelli, “La città invisibile. Quello che non vediamo sta cambiando le metropoli” si interroga su questioni urbane sottotraccia, in ombra, solo in parte trattate dalle politiche pubbliche, perché malintese o deliberatamente rimosse.
In Avanzi abbiamo deciso di proporre un confronto a partire da alcuni dei “temi invisibili” trattati dall’Annale, tra quelli che più spesso affrontiamo nel nostro lavoro: in particolare, innovazione sociale, periferie, condizione dei giovani nelle città.
Per farlo, abbiamo chiamato a discuterne: il curatore dell’Annale Sandro Balducci – Politecnico di Milano, gli autori dei saggi: Claudio Calvaresi, Avanzi – Sostenibilità per Azioni; Agostino Petrillo – Politecnico di Milano; Paola Piscitelli, Politecnico di Milano e Università di Amburgo e alcuni discussant, che ci hanno aiutato a sviluppare il confronto: Bianca Bartolomeo, attivista e ricercatrice; Aurora De Toffoli, Redazione Scomodo Milano; Nicoletta Levi, Comune di Reggio Emilia; Erika Mattarella, Rete Case del Quartiere di Torino; Cristina Tajani, Senatrice della Repubblica.

Gli interventi introduttivi hanno permesso di definire il campo:

Le ragioni della scelta di una prospettiva come quella della città invisibile, che implica misurarsi con una serie di fenomeni, i quali, spesso per rimozione volontaria, sfuggono allo sguardo pur vivendoli quotidianamente sulla nostra pelle: dalla grandi questioni del clima e della salute, all’effetto dei processi di digitalizzazione; dalla marginalizzazione delle popolazioni fragili alla formazione di mega city-regions e alla difficoltà delle istituzioni di governare la città di fatto.

La natura invisibile di estese parti delle città, per effetto di processi di marginalizzazione delle popolazioni che le abitano, fallimento delle politiche pubbliche, polarizzazione ed esclusione sociale. È all’opera un processo di invisibilizzazione della periferia, per effetto di stigmatizzazione da parte di chi è al di fuori dello spazio periferico e di interiorizzazione della sconfitta da parte di chi è all’interno e di chi lo vive.

L’invisibilità dei giovani, relegati in una condizione di waithood – crasi di “wait” (attesa) e “hood”, (età adulta) – una stagnazione prolungata in cui i giovani si trovano loro malgrado ad indugiare, in attesa di future opportunità, che le politiche non costruiscono.

La scotomizzazione dei fattori di innovazione, che si dispongono al margine e nelle pieghe, perché è solo nell’anomalia, che si generano le condizioni per lo sviluppo dell’innovazione. Per cui la sfida è riconoscere i margini, abilitarli con politiche e regolazioni intelligenti, evitando però di normalizzarli rendendoli prevedibili, in definitiva de-politicizzandoli.

Nel confronto che ne è seguito, gli interventi hanno sottolineato la responsabilità delle politiche a tutti i livelli di governo (da quello nazionale a quello urbano), per trattare positivamente attori e processi di innovazione; le difficoltà delle persone che vivono una condizione di invisibilità, ma anche le straordinarie risorse che sono presenti nelle parti marginali delle città; le politiche pubbliche formulate dagli adulti verso i giovani, che non dovrebbero necessariamente supporre che la domanda di questi ultimi sia di emergere, ma spesso di rimanere positivamente nell’ombra, per sottrarsi alla visibilità e coltivare i propri spazi di autonomia.

Di seguito gli interventi:
 

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