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Spazi, territori, comunità: nasce a|discover

Il 2022 è stato un anno denso di nuovi inizi. Tra i più importanti c’è sicuramente la nascita di a|discover –  Avanzi Discover s.r.l. SB, impresa neocostituita detenuta al 100% da Avanzi e guidata da Giovanni Pizzochero.

Con a|discover sperimentiamo il passaggio dalla consulenza alla riattivazione e gestione diretta di spazi, dando vita ad un’impresa di territorio che interviene in aree marginali, periferiche e interne per generare valore economico e sociale a livello locale.

Nello spirito della sua vision: “spazi, territori, comunità”, la nuova società ha già all’attivo la riqualificazione e gestione della Casa del Parco Adamello a Cevo, in Valsaviore e molti altri progetti in cantiere.

Ne abbiamo parlato su a|25 – la pubblicazione speciale per il 25° compleanno di Avanzi –  e nel nuovo episodio del nostro podcast insieme al team di a|discover.

UNA NUOVA IMPRESA DI TERRITORIO

«Tracciare nuove rotte

e quindi disegnare una mappa delle posizioni

imposte da questo nuovo paesaggio».

Nelle parole di Bruno Latour, sociologo e filosofo francese, c’è la missione di Avanzi Discover, il nuovo esperimento imprenditoriale di Avanzi. Una società benefit che sperimenta, in un passaggio dalla consulenza all’agire diretto, con l’obiettivo di innescare e mantenere circuiti di economia civile in grado di offrire opportunità di autorealizzazione delle comunità locali, soprattutto in aree periferiche, marginali e interne. Una nuova impresa di territorio, che prova a valorizzare le energie locali, nel farsi prossima.

Ma torniamo a Latour; nel saggio Où atterrir, il sociologo francese scrive che la terra si sottrae a noi umani come terreno di vita, reagendo alle nostre azioni con sconvolgimenti climatici globali connessi a mostruose disuguaglianze sociali. Le nuove mappe, per il sociologo francese, hanno quindi come obiettivo un mondo diversamente agibile e abitabile, per sé e per le prossime generazioni. L’idea di una globalizzazione intesa come crescita senza limiti che avrebbe portato benessere per tutti ha fallito ed è ormai superata anche nei centri di pensiero più conservatori.

L’opposto di globale, suggerisce Latour, non è quindi locale, con i suoi nazionalismi, provincialismi e chiusure identitarie, ma terrestre. Terrestre perché dipende dalla terra e dal suolo.

E allora: come farsi prossimi alla terra, al terrestre? Che cos’è oggi il terrestre fatto di comunità, di centri e di margini? Quali sono i dispositivi capaci di tessere nuove relazioni, di unire i puntini tra persone e pensieri, di attrarre capacità e visioni rifuggendo da logiche estrattive per divenire agenti e attori di cambiamento?

Sono le domande che innervano l’identità stessa di Discover: una piattaforma che promuove un modello integrato, in grado di utilizzare la leva economica per produrre impatto.

Per circa due anni ci siamo interrogati su come produrre azione sociale, cambiamento, su come promuovere l’impatto accorciando la distanza verso i beneficiari.

È con queste intenzioni che abbiamo deciso di prendere in gestione uno spazio, dopo una lunga fase di maturazione. Traiettorie professionali e biografiche ci hanno portato in Val Saviore, a Cevo precisamente, provincia di Brescia, tra il Lago di Iseo e il Passo del Tonale. Non cercavamo uno spazio qualsiasi, volevamo proprio questo, almeno per cominciare.

La Casa del Parco Adamello

A partire dall’estate 2022 ci siamo messi alla prova con la gestione diretta della Casa del Parco Adamello. Uno spazio rigenerato, di proprietà pubblica, un ostello in media montagna con piccola cucina, spazi per workshop, laboratori, eventi culturali, una piccola piazza aperta, un centro che intercetta e abilita comunità di desiderio per costruire insieme nuovo valore locale. Non più e non solo uno spazio ibrido, che ospita funzioni diverse, tra il commerciale e il pubblico. Ma uno spazio terzo, che non ragiona secondo le logiche del mercato (domanda e offerta) e nemmeno secondo le logiche dello Stato (bisogno – servizio di welfare), ma secondo una categoria nuova “aspirazioni – possibili traiettorie di futuro”.

Un luogo che sa intercettare comunità di desiderio, soggetti che si riconoscono attorno a una proiezione della propria auto-realizzazione futura e che ambiscono a identificare strade nuove per raggiungerla. Prospettive, appunto, punti di vista e scorci in grado di tracciare la rotta. Spazi radicati, come alberi dentro la terra. Rigeneranti, oltre che rigenerati. Capaci di ridefinire la prossimità, non più solo dal punto di vista spaziale – perché in grado di ridurre le distanze – ma anche temporalmente, perché acceleratori di processi di sviluppo inclusivo fondati sulla reciprocità.



Per approfondire

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