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Tempi incerti, Avanzi c’è.

logo avanzi, entrata edificio

di Davide Dal Maso, partner Avanzi

Quando parlo di noi, non so mai se la cosa venga interpretata come un fatto di trasparenza o di autocelebrazione. Comunque, un po’ di cose stanno succedendo in casa Avanzi e abbiamo pensato di raccontarle.
Un anno fa circa, avevamo comunicato la modifica dello statuto e l’ingresso nel consiglio di amministrazione di due rappresentanti degli azionisti lavoratori e di uno degli azionisti investitori esterni. La nuova governance ha dato ulteriore impulso alla realizzazione del piano strategico, anche attraverso la revisione del modello organizzativo, che si rifletterà in un’operazione di rebranding, prevista per il secondo semestre di quest’anno. Nel frattempo, è entrato nel capitale un altro investitore privato come nuovo azionista.

Questi passaggi, a volte anche formali, sono dei segnali. Un po’ come quelli che si trovano lungo le strade e che ti dicono quanto hai percorso da quando sei partito e quanto ti resta da percorrere per arrivare alla meta. Avanzi è in cammino da quasi ventott’anni; ne abbiamo consumate di scarpe … Però sempre con fiducia, perché non siamo soli. Sì, perché quello di Avanzi è un viaggio di gruppo. Siamo partiti in pochi, poi, passo dopo passo, tanti si sono aggregati e hanno fatto un pezzo di strada, più o meno lunga, con noi; alcuni hanno poi preso la propria, altri sono rimasti e altri ancora si sono uniti successivamente.

La cosa bella di questo camminare insieme è che le decisioni sulla direzione vengono assunte sempre più collettivamente. Ci sono ovviamente quelli che hanno più voce in capitolo (perché sono più esperti e perché, inutile negarlo, hanno più potere), ma le scelte non vengono mai prese senza una qualche forma di partecipazione. L’Avanzi di oggi è un’organizzazione matura, con un senso di collettivo, con la consapevolezza che “nessuno di noi è bravo quanti tutti noi messi insieme”.

Questa intelligenza la dovremo mettere al lavoro, perché i tempi che ci aspettano sono molto incerti. Il clima politico è cambiato radicalmente negli ultimi due-tre anni; i temi di sostenibilità non sono più in cima all’agenda politica – o, peggio, vengono ridotti a formula retorica: “certo, il cambiamento climatico è una sfida, ma non possiamo combatterlo a scapito della competitività!”.

Continuiamo a ripetere formule che suonano bene (“senza lasciare indietro nessuno”, “offrire opportunità per tutti”, “garantire l’inclusione”, “promuovere l’innovazione”, eccetera), sapendo bene che in realtà il sistema è sempre più iniquo, escludente e conservatore.

La verità è che la resistenza al cambiamento si fa ogni giorno più forte. Qualcuno si era forse illuso che la transizione fosse un fatto ormai acquisito; no, non lo è. Un pezzo della comunità politica sta lavorando per smantellare il quadro di obiettivi e di regole che, a diversi livelli, con tutti i limiti del caso, tra mille difficoltà, era stato costruito. Molte imprese già si stanno riposizionando, ritirandosi da accordi volontari cui avevano aderito. Insomma, siamo in piena fase di riflusso.
Se si tratti di una deviazione o di una vera inversione di tendenza, è difficile a dirsi. Ma di sicuro, per riprendere la metafora del viaggio, il traguardo è ancora lontano e la strada è tutta in salita.

Per approfondire:

> Chi siamo
> Nuova governance di Avanzi SB SPA: comunicato assemblea soci e nomina del nuovo cda

 

 

 

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